"A lode e gloria della Santissima Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo, invocando la protezione della beatissima Vergine Maria, madre di Dio, del serafico padre san Francesco e del dottore serafico san Bonaventura, nella veste di vice Gran Cancelliere della Facoltà, dichiaro aperto l’anno accademico 2020-2021, 117° - centodiciassettesimo della Facoltà".

Con questa formula rituale, stamani, fra Jan Maciejowski, vice Gran Cancelliere della Facoltà e Vicario generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, ha dichiarato aperto il nuovo anno accademico della Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura".

A inizio mattinata lo stesso fra Maciejowski ha presieduto la santa messa nella cappella del Seraphicum, facendo ampio riferimento al periodo difficile che stiamo attraversando per la pandemia, sottolineando come "in questo tempo di prova dobbiamo essere uomini di speranza". Durante l’omelia (qui il testo completo) ha rimarcato l’identità del Seraphicum, non una realtà accademica qualunque ma fedele al carisma francescano, con un richiamo anche a san Bonaventura, patrono della Facoltà, e ai suoi "consigli": studiare per edificare il prossimo, praticare l’umiltà anche nello studio perché il teologo deve sempre saper riconoscere i propri limiti e sentirsi coinvolti nella vita di tutti i giorni, con i suoi problemi. Un invito a studenti e docenti ad essere vicendevolmente esigenti per far esprimere ai primi il meglio di sé e pretendere dai secondi che siano essi stessi testimoni.

A seguire il momento accademico introdotto dal preside fra Dinh Anh Nhue Nguyen che ha fatto una panoramica sull’avvio di questo nuovo anno accademico, nelle incertezze che caratterizzano tutto il mondo ma con la volontà di proseguire con determinazione il cammino formativo della Facoltà. Un’occasione sia per rimarcarne il carattere internazionale, con studenti provenienti da tutto il mondo, sia per accennare ai prossimi appuntamenti in calendario.

Fulcro del momento accademico la prolusione affidata quest’anno al prof. Luciano Bertazzo, frate minore conventuale, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà teologica del Triveneto, direttore del Centro Studi Antoniani, voce autorevole del mondo francescano grazie anche a importanti studi condotti su sant’Antonio di Padova. Al centro della sua relazione "Gli studi francescani: tra frate Francesco e frate Antonio. Percorsi storici e riflessione storiografica".

"Francesco e Antonio: i due protagonisti delle origini della storia dei frati Minori - ha introdotto fra Bertazzo - il ‘pater’ fondatore, l’egregius discipulus, con due storie parallele intersecantesi nella sincronia del tempo, ma con diversificate interpretazioni. Con una doverosa precisazione data la complessità del caso: Francesco, frate Francesco o san Francesco? Per analogia, Fernando, frate Antonio o sant’Antonio? Per entrambi si tratta di tre momenti di un’evoluzione bio-agiografica, che contiene le metamorfosi del progetto di frate Francesco, come lo realizza frate Antonio. È una storia che si interseca per la quale oggi si usano i termini di ‘francescanesimo’ legata alla storia di san Francesco, e ‘minoritismo’, ovvero la storia dei frati Minori, frutto ed evoluzione storica del progetto di Francesco".

La relazione (che sarà pubblicata integralmente nel numero di dicembre di Miscellanea Francescana) ha affrontato i diversi aspetti storici, storiografici e bibliografici di frate Francesco e frate Antonio, approdando a una certezza: "l’impossibile pretesa di definire compiutamente la figura di san Francesco che è sempre in 'un oltre'! Un san Francesco dilatatosi in una molteplicità di presenze e di letture interpretative, un Francesco/frate Francesco/san Francesco multitasking per l’ecumenismo interreligioso, per l’ecologia, per l’economia. Un Francesco utilizzato e interpretato per l’'al di qua' ma che, tuttavia, resta sempre 'al di là' nel fascino misterioso della sua storia, della sua personalità, del suo messaggio, oltre la necessaria contingenza interpretativa.

E Antonio? Di lui - ha concluso fra Bertazzo - possiamo dire che manca ancora una biografia capace di restituircelo nella complessità della sua figura, non solo in relazione alle dinamiche del minoritismo quale espressione apostolica del francescanesimo delle origini, ma anche nella personalità schiva e silenziosa di se stesso che ci sembra di cogliere. Comunque con il suo fascino colto appieno dai "piccoli" che lo sentono 'padre e fratello' nella fatica del vivere".

Presenti alla cerimonia di inaugurazione, oltre a docenti e studenti, fra Agustín Hernández, OFM, Vice Rettore della Pontificia Università Antonianum, fra Luca Bianchi, OFMCap, Preside dell’Istituto francescano di Spiritualità, fra Dominique Joseph Mathieu, membro del Definitorio generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.

Qui l'album fotografico della cerimonia.

fonte: Seraphicum Press Office
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