Il 28 febbraio 2023 alla Pontificia Facoltà San Bonaventura – Seraphicum si è tenuto il primo pomeriggio di lezioni del corso "L'arte dell'annuncio", volto ad approfondire il tema della trasmissione della fede attraverso le diverse prospettive pastorali.
L’introduzione del corso è stata affidata a Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, che ha condiviso la sua esperienza proponendo tre intuizioni che a partire dalla Sacra Scrittura devono guidare un processo di evangelizzazione: la relazione, la capacità di andare oltre accostandosi all’altro, la centralità di Gesù che è sempre con noi.
Le parole esortative del vescovo sono state riprese da Don Alfonso D’Alessio che, affrontando il tema dell’annuncio attraverso i mezzi di comunicazione sociale di oggi, ha sottolineato come la presenza del cristiano in questi media sia un dovere. L’annuncio per i cristiani è costitutivo di ciò che sono e quando questo non ha rilevanza sociale bisogna chiedersi il perché. Certamente non si possono nascondere i rischi dell’uso di questi mezzi, che cambiano rapidamente. Tuttavia, la nuova evangelizzazione, di cui molto si è parlato, dato che non riguarda i contenuti del deposito della fede non è possibile senza il coraggio di servirsi delle modalità contemporanee di comunicazione.
Il pomeriggio si è concluso con la testimonianza di Don Fabio Rosini, che forte della sua esperienza ha sottolineato innanzitutto come l’annuncio sia effettivamente un’arte, nel senso più profondo del termine; arte non come estemporaneo bisogno di esprimersi, ma come un artigianato sempre più raffinato che si impara e si trasmette. Citando le parole di Mons. Raniero Cantalamessa ha affermato che il problema più grande nel tempo è stata l’interruzione della trasmissione della fede che ha portato oggi all’assenza del popolo fedele. Secondo Don Fabio, oggi non c’è una crisi di vocazioni, ciò che manca è il Popolo di Dio. E questa assenza è data da un lungo periodo di predicazione moralistica di stampo tridentino incentrata sulle opere, in reazione alla riforma protestante, cui ha posto fine il Concilio Vaticano II rimettendo al centro il kerygma. Il problema, secondo Rosini, è che all’annuncio kerygmatico che mette un seme, che corrisponde nella vita spirituale alla fecondazione, al concepimento, non segue un cammino di crescita, una metabolizzazione, un addestramento che conduca il fedele alla vita adulta. In una società infantile, anche il mondo ecclesiale non stimola la crescita e ciò comporta la crisi che tutti vediamo. Manca una formazione all’annuncio dei sacerdoti, il munus docendi è totalmente dimenticato. Bisogna educare gli evangelizzatori affinché siano capaci di parlare al mondo di oggi, fatto di adulti alfabetizzati e giovani nativi digitali, mostrando la bellezza del Vangelo. Dobbiamo recuperare il linguaggio didascalico, addestrativo, finalizzato a consegnare gli strumenti per crescere scoprendo la bellezza del sapore familiare di Cristo. Per far questo i paradigmi formativi non vanno cercati lontano, non serve la contaminazione con narrazioni portatrici di altri paradigmi. La Sacra Scrittura, la tradizione, i santi, la liturgia e i sacramenti ci forniscono gli strumenti necessari. L’arte dell’annuncio è nell’imparare a valorizzarli, a proporli al mondo di oggi, a mostrarne tutta la loro forza e bellezza.
“L’arte dell’annuncio” prosegue con un ciclo settimanale di lezioni fino al 9 maggio in cui sarà sviluppato il tema dell'annuncio sotto i profili biblico, liturgico e catechetico grazie al contributo di altri validi testimoni come Luigi Maria Epicoco, Marco Frisina, Rosanna Virgili, Gianluigi De Palo, Dominik Jurczak, Raffaele Di Muro, Massimo Vedova, Lucio Adrián Ruiz, Antonio Tarallo, Enzo Biemmi, Angela Tagliafico.










 
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